Museo del Cairo - Piano terra

Appena entrati nel museo, dopo aver superato il controllo di sicurezza, vi troverete sotto la cupola del Museo. Il percorso cronologico che caratterizza l'esposizione del primo piano inizia a sinistra, ma di fronte a voi si apre l'atrio centrale, che ospita capolavori di scultura in pietra di tutte le epoche.

L'inizio della visita vi propone la statua di Djoser in calcare siliceo risalente al XXVII secolo a.C, uno fra i più antichi reperti del Museo. La statua è stata scoperta nel 1924 all'interno del serdab sul lato nord della Piramide a Gradoni di Saqqara. Murata nella parete opposta, una copia della Stele di Rosetta, che fornì la chiave per risolvere l'enigma della scrittura geroglifica; l'originale è tuttora conservato al British Museum di Londra, a dispetto delle reiterate richieste di restituzione da parte delle autorità competenti egiziane.

Per accedere all'atrio, si passa tra due barche funerarie giunti dal sito delle piramidi di Dahshur, a sud del Cairo. Subito dopo, scesi alcuni scalini, si trova la collezione di sarcofagi, tra cui spicca quello di Psusenne I (circa 1000 a.c.) che porta a rilievo sul lato interno del coperchio una figura della dea del cielo Nut, il cui abbraccio proteggeva il faraone (il corpo di Nut, cosparso di stelle, era spesso raffigurato sui soffitti delle tombe).

Al centro dell'atrio è esposto un pavimento dipinto di età amarniana. Sul fondo, assise in maestà, si ergono le figure dell'imponente gruppo colossale che ritrae Amenhotep III, la regina Teye, sua sposa, e le loro figlie, rinvenuto in frammenti sulla sponda occidentale di Luxor e qui pazientemente ricomposto.

Le Gallerie dell'Antico Regno iniziano dalle Sale 47 e 46, con tre statue alte circa un metro raffiguranti il faraone Micerino, la dea Hathor, e dalla personificazione di uno dei territori posti sotto la sua giurisdizione, alla sua sinistra.

Queste triadi furono ritrovate nel tempio a valle del complesso piramidale del re a Giza insieme a un altro gruppo statuario.

Nella Sala 42 è rappresentato un altro costruttore di piramidi, Chefren, in una statua in diorite di dimensioni maggiori al naturale, anch' essa proveniente da Giza, dal tempio a valle del sovrano.

Lo stesso ambiente ospita la statua lignea di Kaaper, un'immagine straordinariamente espressiva, con ventre prominente, volto paffuto e occhi realistici; gli operai presenti alla sua scoperta a Saqqara lo sapranno minarono Sheikh el-beled, "il sindaco del villaggio", in ragione della somiglianza con il proprio sindaco.

L'inizio delle Gallerie del Medio Regno è segnato dalla figura seduta e cinta dalla corona rossa di Mentuhotep Il, il primo faraone di quel periodo storico; essa fu ritrovata a Deir el-Bahari, quando il cavallo montato da Howard Carter (il futuro scopritore della tomba di Tutankhamon), inciampando in una buca nel terreno, portò al fortuito rinvenimento della camera funeraria nascosta.

L'allestimento al centro della Sala 22 propone la riproduzione di una camera funeraria, anch' essa da Deir el Bahari, completa di sarcofago di calcare. Le dieci statue di Sesostri I disposte intorno non sono pertinenti al corredo: risalgono a un'epoca lievemente posteriore e provengono dal Faiyum.

A metà altezza dell'ala nord si apre la Galleria Amarniana, dove sono esposti reperti del tempo di Akhenaton (pp. 218-221). Sotto il regno di questo faraone l'espressione artistica ricevette un nuovo e originale impulso, rivelato nei quattro colossi frammentari del sovrano: egli è raffigurato con ventre tondeggiante, fianchi e cosce femminei, volto allungato dai lineamenti sensuali, specie gli occhi dalle palpebre pesanti e le labbra carnose. Svariate stele presentano Akhenaton e la sua famiglia in momenti di tranquillità domestica o nell'atto di adorare il disco solare, Aton, e restituiscono un faraone ancora più distaccato dalla realtà umana.

Un ritratto di Nefertiti, sposa di Akhenaton, scolpito nell'arenaria, dimostra la sua assoluta normalità: il suo volto, dagli alti zigomi e dalla bellezza esotica.

Due teste colossali di Ramesse II, longevo costruttore del Ramesseo a Tebe Ovest e del grande tempio di Abu Simbel, introduce all'ala est, che prosegue con le Gallerie dell'Epoca Tarda. I regnanti di quel periodo erano per lo più stranieri e la loro cultura di origine influenzò l'arte scultorea, le cui forme ispirate a un archetipo consolidato e rigoroso iniziarono a sciogliersi) trovando pieno sviluppo nel classicismo che segui l'invasione di Alessandro Magno e il successivo dominio greco-romano.

La Sala 44 costituisce un'insolita e avvincente sezione "Lost and Found" (Persi e Ritrovati), che espone reperti di inestimabile valore recuperati sul . mercato antiquario illegale. Lo scalone sulla sinistra porta al piano superiore.

Segue: Museo Egizio del Cairo - Primo Piano