II dinastia egizia

PERIBSEN

Nomi:  Peribsen, Sekhemyeb-Perenmae
Seconda Dinastia:  (2950-2700 a.C.)
Anni di regno:  [? a.C.]
Collocazione storica: Età Thinita 3000-2700 a.C.

Il nome di questo faraone non è presente in alcuno degli elenchi di re giunti ai giorni nostri, ma è stato ritrovato su diversi monumenti. A Umm el-Kacab Petrie scoprì alle estremità opposte della necropoli protodinastica due tombe, l'una assai piccola appartenente a Peribsen, e l'altra di forma eccezionalmente allungata a un re Khasekhemui.

Il serekh di Peribsen presenta un'insolita caratteristica essendo sormontato dall'animale di Seth, anziché dal consueto falco di Horus. Nella tomba di Peribsen furono ritrovati sigilli di giare di un certo Horo Sekhemyeb e a tutta prima si suppose che questo fosse il nome di Horo di Peribsen stesso, anche se tale congettura era contraddetta dalla presenza di Seth sul serekh della maggior parte dei sigilli e su due belle stele di granito poste di fronte alla camera sepolcrale. Uno scavo successivo a poca distanza dalla tomba riesumò il nome di un re Sekhemyeb Perenmae e si ritenne allora che si trattasse di un predecessore di Peribsen; più tardi lo stesso nome completo fu ritrovato su frammenti provenienti dalla piramide a gradini. E' molto verosimile l'ipotesi di Grdseloff secondo la quale Sekhemyeb Perenmae non sarebbe altri che Peribsen prima di tradire Horo per diventare un fervente devoto di Seth.

KHASEKHEMUI

Nomi:  Khasekhemui-Nebuihotpimef, Ninutjer o Nutjeren
Dinastia:  II (2950-2700 a.C.)
Anni di regno:  [? a.C.]
Collocazione storica: Età Thinita 3000-2700 a.C.

Il nome di questo faraone non è presente in alcuno degli elenchi di re giunti ai giorni nostri, ma è stato ritrovato su diversi monumenti. Nella quinta linea della Pietra di Palermo si cita la fabbricazione di una statua in rame di Khasekhemui, e un frammento di breccia col suo nome fu scoperto a Biblo. La tomba, di forma eccezionalmente allungata, di Khasekhemui, fu scoperta da Petrie a Umm el-Kacab.

Il serekh di Khasekhemui esibisce i due simboli di Horo e Seth uno di fronte all'altro, entrambi con la doppia corona. Questo singolare procedimento è chiarito anche dal nome stesso di Khasekhemui che qui è seguito dall'aggiuntivo Nebuihotpimef. Tradotti, i due nomi riuniti significano: Le Due Potenze sono sorte, i due Signori sono in pace in lui. In altre parole il re Khasekhemui personifica adesso le due divinità tra le quali era sorto un conflitto allorché Peribsen aveva ripudiato il progenitore tradizionale per il suo mortale nemico. E' chiaro che queste rivoluzionarie innovazioni grafiche celano qualche grave dissidio politico, ma è impossibile precisarne la natura.

Alcune teorie tendono ad identificare Khasekhemui con un Horo Khasekhem, ma il problema non è di facile soluzione. I monumenti di Khasekhem, limitati a Ieracompoli, consistono in una stele spezzata, due grandi coppe di pietra e due statue del re seduto, una in calcare e l'altra in ardesia Quest'ultima è la più completa anche se manca metà del volto, mentre nella statua di calcare, ora a Oxford, i lineamenti sono più visibili. La posa, lo stile e la fattura dei due monumenti sono tali da escludere che siano opera dell'inizio della II dinastia, il che convaliderebbe la collocazione di questo sovrano versa la fine di essa. La base delle statue è decorata con rozze incisioni raffiguranti nemici uccisi in ogni possibile atteggiamento di sofferenza ed è registrata anche la cifra dei morti: 47209.

L'ipotesi più in auge è che Khasekhem fosse l'immediato successore di Peribsen, il cui nome non ricorre a Ieracompoli, e che, dopo aver riconquistato il delta, fosse stato seguito da Khasekhemui. Ma pare strano che quest'ultimo, succedendo a un fedele di Horo, abbia voluto ricordare nel proprio nome il passato dissidio fra Horo e Seth.

Non si può escludere la possibilità che Horo Khasekhem e Horo-Seth Khasekhemui siano la stessa persona, supponendo che egli avesse preferito quest'ultima forma del suo nome mentre era ancor vivo il ricordo del conflitto con Peribsen, ma a questa ipotesi si oppone il fatto che i monumenti di Khasekhemui a Ieracompoli sono ben distinti da quelli diKhasekhem.

Un'altra obiezione riguarda la tesi che farebbe di Khasekhem un monarca intermedio fra Khasekhemui e Djoser, il fondatore della III dinastia; infatti un sigillo trovato nella tomba di Khasekhemui ad Abidos ha il nome di una certa regina Hepenmae madre dei figli del re e questa stessa regina è detta madre del re dell'Alto e Basso Egitto sopra un altro sigillo scoperto nella grande tomba di Bet Khallaf presso Abido, dove il risalto dato al nome di Djoser fece pensare che egli potesse esserne il titolare. Da qui si è dedotto che Khasekhemui ed Hepenmae fossero i genitori di Djoser; per quanto l'ipotesi sia allettante c'è da chiedersi perché mai, in questo caso, sarebbe avvenuto un cambiamento di dinastia.