Moschea di Amr ibn al-Aas

Il monastero prende il suo nome dal generale Amr ibn al-Aas, che nel 640 d.C. conquistò l'Egitto in nome dell'Islam.

Originariamente fu il primo luogo di preghiera islamico in Egitto e quindi la prima moschea in territorio africano. Secondo le fonti attuali, la moschea era una semplice costruzione in mattoni, con un pavimento senza rivestimento e un tetto di foglie di palma, sostenuto da tronchi di palma.

La sua composizione era semplice, non aveva un mibrab, cortile o minareto, ma era abbastanza grande per contenere un ampio gruppo di credenti per la loro in preghiera.

Oggi poco resta della sua struttura originale, che è il risultato di una serie di restauri e ristrutturazioni. Le sue ben due cento colonne sono riccamente ornate, tutte diverse tra di loro: si dice che non ci siano due colonne uguali.

Interessante è anche il muro che divide la zona degli uomini da quella delle donne, tramite un divisore di legno spostabile secondo le esigenze del momento. La natura improvvista di questi mutetti denota che forse tempo fa non c'èra tutta questa divisione tra uomini e donne, o, che prima le donne forse partecipavano di meno alle riunioni di preghiera.

Le parti più antiche risalgono al IX secolo, quando la moschea fu ricostruita e pressoché raddoppiata. Ci sono però tanti elementi ristrutturati recentemente, appena qualche decennio anni fa.

La moschea ha mantenuto la sua aria di semplicità, in armonia con le sue umili origini e ospita tuttora una nutrita congregazione di fedeli. I turisti sono i benvenuti al di fuori degli orari di preghiera.

Segue: Il Monastero e la Chiesa di San Mercurio