Moschea di Ibn Tulun

La Moschea di Ibn Tulun è una delle più grandi e antiche dell'Egitto. Fu costruita tra gli anni 876 e 879 d.C. da un governatore abbaside inviato in Egitto da Baghdad. Detta "moschea del venerdì", il suo cortile su un arco aperto è grande abbastanza per contenere l'intera comunità maschile riunita per le preghiere nel giorno più sacro della settimana.

Edificata completamente in mattoni d'argilla, la moschea è circondata da un cortile esterno, concepito per tenere a bada i profani. Questo cortile e il suo curioso minareto a spirale rendono la moschea unica nel suo genere in tutto l'Egitto.

Il muro di cinta insieme al relativo camminamento avrebbero dovuto assicurare una rispettosa distanza delle adiacenze dal luogo di culto, ma ciò non necessariamente era la realtà dell'affollato Cairo medievale dedito al commercio. Per gran parte della sua storia, il camminamento esterno di Ibn Tulun fu occupato da un bazar: negozi e scuderie furono sgombrati soltanto nel XIX secolo.

Allo scopo di non sporcare i tappeti su cui i fedeli si inginocchiano per pregare, vengono fornite babbucce di panno da indossare sopra le scarpe (per le quali siete tenuti ad offrire una mancia). La pianta della moschea è pressoché quadrata. Il cortile centrale, molto spazioso, è circondato sui quattro lati da arcate ombreggianti. Tre di queste sono profonde due campate e la quarta, rivolta verso la Mecca, di cinque campate, funge da sala della preghiera. Si dice che i motivi decorativi delle piccole finestre che ornano le pareti posteriori delle navate siano di una varietà tale da non presentare ripetizioni.

Il minareto è raggiungibile dal passaggio esterno. Dal piccolo vano collocato alla sua sommità si gode di un'ottima vista sulla moschea sottostante, nonché di un panorama che va dai minareti della moschea del Sultano Hassan al tipico profilo della moschea di Mohammed Ali nella cittadella.

Interessante quanto la moschea di Ibn Tulun, se non di più, è il vicino Museo Gayer Anderson fondato nel 1937 da due antiche residenze locali, la Beit el-Kiridiliya del 1632 e la Beit Amna Bent Salim del 1540. E' raggiungibile dal cortile esterno, immediatamente sulla sinistra della moschea. Il Museo è una fantasia orientalista: cortili fragranti di gelsomino, pavimenti coperti di tappeti, fontane, corridoi serpeggianti e logge con grate che celavano gli sguardi.

Segue: Il Cairo copto