Il Faro di Alessandria

Inaugurato nel 279 a.C. da Tolomeo II, il Faro di Pharos - una delle Sette Meraviglie dell'antichità - era un'enorme torre per segnalazioni, costruita su un'isola nel porto orientale di Alessandria allo scopo di aiutare i navigatori che passavano nelle insidiose acque della costa egiziana del Mediterraneo.
 
Il faro è tuttora avvolto da mistero, ma immagini comparsi in alcuni mosaici romani in Libia, su un vaso scoperto in Afghanistan e nella Basilica di San Marco a Venezia hanno permesso agli storici di dedurre che il faro era alto 150 m circa, con un basamento quadrangolare sul quale si aprivano piccole finestre, aveva un corpo mediano ottagonale e una sommità cilindrica.
Pharos
La base quadrata serviva da alloggio per i lavoratori e da deposito per il carburante, il primo piano ottagonale serviva come struttura di appoggio per il terzo, che conteneva il meccanismo a lanterna. In cima al faro scorgeva un'enorme statua in bronzo di Poseidone, dio del mare.

Si suppone che l'edificio sia stato trasformato in faro nel I secolo d.C., ma le modalità del suo funzionamento sono tuttora sconosciute. Venne utilizzato per quasi 1000 anni, poi fu abbandonato durante l'occupazione araba.

Si ipotizza che nell'interno ardesse un fuoco alimentato a olio, la cui luce era riflessa da lastre di bronzo. Alcune testimonianze parlano di una "pietra trasparente" attraverso la quale si potevano vedere le navi invisibili a occhio nudo: gli alessandrini conoscevano già d'allora la lente!

La lanterna crollò nel 700 d.C. e in seguito il faro fu distrutto nel 1303, quando un terremoto sconvolse il Mediterraneo. Nel 1480 il sultano mamelucco Qaitbey ha riutilizzato le sue fondamenta per costruire la fortezza costiera che ne porta il suo nome. Di recente, degli scavi sottomarini hanno riportato alla luce blocchi di pietra che  potrebbero appartenere al Faro di Pharos e da un tempio dedicato a Iside che sorgeva nelle vicinanze.