XXI Dinastia

SMENDES

Nomi:   Hedjkheperra-setpenra Nesbanebded-meramun
Dinastia:   XXI (1078-945 a.C.)
Anni di regno:  26  (Manetone) [1078-1043 a.C.]
Collocazione storica:  Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Alla morte di Ramses XI seguì un periodo in cui il trono faraonico restò vacante, mentre al sud il Grand Sacerdote di Amon acquistava sempre più potere. L'assenza di un faraone non poteva però esser tollerata a lungo, e Nesbanebded non tardò a far valere i suoi diritti. Il suo nome significa «Colui che appartiene all'Ariete di Djedé» e Djedé è l'importante città al centro del delta chiamata Mendes dai Greci.

Manetone pone a capo della sua XXI dinastia dei sette sovrani di Tanis, Smendes, una pronuncia di Nesbanebded che coglie abbastanza nel segno. Smendes, come originario di Djedè, non può aver avuto alcun diritto personale al trono, e pare ovvio che egli dovesse il titolo regale non solo al suo forte carattere, ma anche alla moglie Tentaman; evidentemente fu questa donna l'anello di congiunzione fra Tebe e Tanis. E' comunque strano che Tebe abbia accettato così docilmente la supremazia di Tanis.

Il solo documento rimasto del regno di Smendes è un'iscrizione assai guasta sopra un pilastro nella cava di Gebelen, che narra come questo faraone, mentre si trovava nel suo palazzo di Menfi, decidesse di farsi onore con qualche atto di pietà. Essendogli stato riferito che un porticato costruito da Tuthmosi III a Luxor andava soggetto a pericolose inondazioni che salivano fino al tetto, il sovrano mandò tremila operai a tagliare le pietre necessarie ai restauri. Da questo fatto appare evidente che Smendes non solo aveva trasferito la propria

PSUSENNES  I

Nomi:  Akheperra-setpenamun Psibkhaemne-meramun
Dinastia:  XXI (1078-945 a.C.)
Anni di regno:  46 (Manetone) [1043-997 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Psusennes fu il secondo re dalla XXI dinastia. Il suo nome significa «La Stella che sorse a Tebe», piuttosto insolito per un faraone che regnò solo nel nord dell'Egitto. Come curioso è pure il fatto che a Tanis Psusennes I si fregi spesso dell'epiteto di «Gran Sacerdote di Amon-Ra», e che fra tutti i suoi titoli compaia una volta anche l'espressione «grande di monumenti a Ipet-eswe» (cioè a Karnak).

Secondo Manetone, Psusennes regnò 26 anni, ma è probabile che il suo regno fu più lungo. Come tutti i sovrani della XXI dinastia, non fu sepolto a Biban el-Muluk; la sua tomba fu riportata alla luce a Tanis. Questo sepolcro è una costruzione misera e modesta se paragonata alle grandi tombe sotterranee a occidente di Tebe, per non citare le imponenti piramidi dei tempi più antichi.

AMENEMOPE

Nomi:  Usimara-setpenamun Amenemope-meramun, Amenophthis
Dinastia:  XXI (1078-945 a.C.)
Anni di regno:  9 ( Manetone) [993-984 a.C.]
Collocazione storica:  Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Non si conosce il grado di parentela che lo lega ai sui predecessori. Un pezzo di lino ora smarrito recava la data dell'anno 49 di Amenemope, cosa estremamente improbabile, poiché la tomba, riportata alla luce a Tanis, in cui la mummia di questo sovrano era stata deposta in origine, è descritta come una delle più modeste, per nulla paragonabile a quella vicina appartenuta a Psusennes I. E' più probabile che il suo regno non sia durato più di dieci anni.

OSORKON   I

Nomi:  Osorkon, Osochor
Dinastia:  XXI (1078-945 a.C.)
Anni di regno:  6  ( Manetone) [984-978 a.C.
Collocazione storica:  Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

L'appartenenza di questo re alla XXI dinastia è dovuta esclusivamente a Manetone, che lo pone immediatamente dopo Amenemope. Può darsi però che in realtà egli appartenga alla dinastia successiva, nella quale si trova un re con il suo stesso nome. Nulla si sa, comunque, del suo regno, che fu probabilmente piuttosto breve.

PSUSENNES  II

 Nomi: Titkheprura-setpenra Psibkhaemne-meramun
Dinastia: XXI (1078-945 a.C.)
Anni di regno:  14  (Manetone) [959-945 a.C.]
Collocazione storica:  Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Come per tutti i suoi predecessori, non è possibile stabilire con certezza la parentela che lega Psusennes II ai suoi predecessori. Manetone lo nomina alla fine della sua XXI dinastia, e questo è confermato dai monumenti. Si è, però, talvolta supposta l'esistenza di un terzo Psusennes, da non confondersi col secondo. A questo re Manetone assegna 14 anni di regno.

XXII Dinastia

SHESHONQ  I

Nomi:  Sheshonq, Hedjkheperra-setpenra Shoshenk-meramun
Dinastia:  XXII (945-730 a.C.)
Anni di regno:  [945-924 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Le prime notizie su questo sovrano sono fornite da una lunga iscrizione scoperta ad Abido e composta quando egli non era ancora che "gran capo dei Meshwesh, principe dei principi". Era morto suo padre Nemrat, figlio di una dama di nome Mehetemwaskhe, e Sheshonq si era rivolto al sovrano allora regnante per avere il permesso di istituire ad Abido un grande culto funerario in suo onore.

Sia il re che il "grande dio" (senza dubbio Amon) avevano dato risposta favorevole. E quasi certo che il faraone in questione fosse l'ultimo degli Psusennes , essendo noto che Osorkon II , figlio e successore di Sheshonq, ne sposò la figlia, Makara. A quanto si sa, il nuovo sovrano ebbe numerosi figli, a ciascuno dei quali affidò gli incarichi più atti ad assicurare la continuità del suo regime. Secondo la stele di Harpson, moglie di Sheshonq e madre di Osorkon II fu Karoma, ma altrove essa è definita "Adoratrice del Dio", titolo che si credeva escludesse qualsiasi rapporto coniugale. Un altro figlio di Sheshonq era Iuput, che suo padre nominò gran sacerdote di Amon-Ra a Karnak, rompendo la tradizione ereditaria fino allora osservata. Fu questa una mossa particolarmente abile, perché metteva sotto il controllo diretto del sovrano quell'importantissimo ufficio, e pare che lo stesso sistema sia stato seguito per parecchie generazioni successive.

L'impresa maggiore di Iuput, o meglio di suo padre, fu l'erezione di un vestibolo che conduceva entro il recinto del tempio principale di Karnak, continuando verso occidente il muro meridionale della grande Sala Ipostila. Il Vestibolo di Bubastis, come viene generalmente denominato, era inserito fra il Secondo Pilone e un piccolo tempio di Ramses III in mezzo a un grande cortile anteriore che Sheshonq aveva senza dubbio progettato all'inizio, ma che la morte gli impedì di portare a termine.

A Silsila sulla sponda occidentale un'iscrizione rupestre ricorda l'apertura di una nuova cava di arenaria destinata a fornire la pietra per il cortile progettato e per il Pilone. L'iscrizione porta la data del ventunesimo anno di regno di Sheshonq, l'ultimo secondo Manetone, ma è probabile che i primi lavori, cioè quelli del vestibolo, fossero già stati intrapresi da lungo tempo. Statue di Sheshonq e del suo successore, Osorkon II, sono state trovate a Biblo, probabilmente inviate in dono dai faraoni stessi, e confermano la rinnovata secolare amicizia dell'Egitto con i principi di quella città. 

OSORKON   II

Nomi:   Osorkon, Sekhemkheperra-setpenra Osorkon-meramun
Dinastia:  XXII (945-730 a.C.)
Anni di regno:  [924-889 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Secondo la stele di Harpson, Osorkon II era figlio di Sheshonq e di Karoma. Statue di Osorkon II e di suo padre Sheshonq, sono state trovate a Biblo, probabilmente inviate in dono dai faraoni stessi, e confermano la rinnovata secolare amicizia dell'Egitto con i principi di quella città. Poco si sa di Osorkon II, tranne che regnò trentasei anni almeno.A questo punto la storia egizia si fa talmente oscura che ben di rado si può discernere un barlume nel succedersi degli avvenimenti. Sta di fatto che il centro d'azione si era spostato nel delta dove il terreno paludoso ha permesso di ricuperare ben pochi monumenti.

Tebe, pur essendo sempre orgogliosa della sua importanza, attraversava un periodo di ristagno politico. A parte autoincensamenti e aridi elenchi genealogici, assai poco si può ricavare dalle verbose epigrafi sulle statue dei dignitari tebani. Preziosi per stabilire gli anni di regno della XXII e della XXIII dinastia sono i livelli del Niloregistrati sul molo di fronte al tempio. Nel Medio Egitto, poco più a nord di Ossirinco, una fortezza con un tempio, dove misero mano Sheshonq I e Osorkon II, pare servisse come una specie di confine o barriera fra il Nord e il Sud del paese.

TAKELOT   I

Nomi:  Usimara Takelot
Dinastia:  XXII (945-730 a.C.)
Anni di regno:  [889-874 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Poco si sa di Takelot I, successore di Osorkon II , tranne che regnò forse una quindicina di anni. A questo punto la storia egizia si fa talmente oscura che ben di rado si può discernere un barlume nel succedersi degli avvenimenti. Sta di fatto che il centro d'azione si era spostato nel delta dove il terreno paludoso ha permesso di ricuperare ben pochi monumenti. Tebe, pur essendo sempre orgogliosa della sua importanza, attraversava un periodo di ristagno politico. 

OSORKON   III

Nomi:   Osorkon, Usimara-setpenamun Osorkon-meramun
Dinastia:  XXII (945-730 a.C.)
Anni di regno:  [874-850 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Bisogna giungere al regno di Osorkon III perché un tenue bagliore di luce incominci a farsi strada fra le tenebre. La tomba di questo faraone fu scoperta a Tanis, spogliata dei suoi tesori dai ladri, accanto al sarcofago di un gran sacerdote di Amon-Ra, Harnakhti, che sembra fosse suo figlio. Cinquant'anni prima, a Bubastis, era stato riportato alla luce un grande portale di granito decorato di rilievi preziosissimi che illustrano episodi dell'importante festa Sed; questa era stata celebrata nel ventiduesimo anno del regno di Osorkon III, che aveva approfittato dell'occasione per decretare l'esenzione da tutti gli altri servizi delle donne dell'harem del tempio di Amon-Ra e di altri templi delle sue due città. La breve, ma importante iscrizione così si conclude:

Ecco, Sua Maestà cercava un grande atto di devozione da compiere in onore di suo padre Amon-Ra, quando questi proclamò la prima festa Sed per suo figlio che siede sul trono affinché egli potesse far suoi molti grandi di Tebe, la signora dei Nove Archi. Disse il re davanti a suo padre Amon: "Ho esentato Tebe in tutta la sua altezza e in tutta la sua larghezza, perché sia pura e adorna per il suo signore, e non ci siano interferenze da parte degli ispettori della casa reale, e i suoi abitanti siano per sempre esentati nel grande nome del magnifico dio.

Questo passo non si può interpretare altrimenti che come un'ammissione dell'indipendenza di Tebe, fosse questa il riconoscimento di un fatto compiuto o una diplomatica concessione di Osorkon. 

TAKELOT   II

Nomi:    Hedjkheperra-setpenra Takelot-siese-meramun
Dinastia:  XXII (945-730 a.C.)
Anni di regno:  [850-825 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Sotto questo faraone riprese, seppure in parte, l'attività edilizia ed artistica nei grandi templi egizi. Quel poco che si conosce di Takelot II lo si sa grazie alla storia di suo figlio.

I quattro re succeduti a Sheshonq I non avevano contribuito se non in minima parte alle decorazioni del Vestibolo Bubastide a Karnak, e le pareti vuote erano troppo invitanti perché il gran sacerdote Osorkon figlio di Takelot II non ne approfittasse. I suoi atti pubblici e privati sono ricordati in ben settantasette altissime colonne di geroglifici che costituiscono due distinte iscrizioni. La cronistoria di Osorkon ha inizio nell'undicesimo anno del regno di suo padre. Egli viveva allora a EI-Hiba, privo, secondo il suo racconto, di qualsiasi ambizione. Tuttavia, come governatore dell'Alto Egitto, egli fu presto chiamato a soffocare una rivoltascoppiata a Tebe.

In cammino verso questa città, fece tappa a Khmun (Ermopoli) per rendere omaggio al dio Toth, e ordinò restauri ad alcuni templi in rovina. Il suo arrivo nella capitale meridionale fu salutato con gioia da tutta la popolazione e particolarmente dal clero. Egli non tardò a ristabilire l'ordine, condannando al rogo i colpevoli portati alla sua presenza. Fece reintegrare nelle cariche già ricoperte dai padri i figli degli antichi magnati della città e furono emanati cinque decreti che concedevano benefici di varia natura ai templi di Karnak. Tutto questo fu fatto "per impetrare vita, prosperità e salute" per suo padre Takelot.

Forse si ebbe qui una momentanea sosta nell'antagonismo fra il Nord e il Sud perché l'iscrizione dice che Osorkon visitava Tebe tre volte all'anno, recando con sè navi cariche di offerte votive. Ma nell'anno 15 scoppiarono nuovi disordini, ed egli "si gettò indefessamente nella mischia, come Horo che segue suo padre; passarono anni in cui tutti si derubavano a vicenda, senza che nessuno lo impedisse". Comunque fu alla fine costretto ad ammettere che il solo mezzo per sanare la triste condizione del paese era un atto di conciliazione.

I suoi seguaci approvarono di cuore questa decisione e fu approntata una grande spedizione a Tebe con un numero sterminato di navi recanti offerte di ogni genere per Amon-Ra. Sul muro del Vestibolo Bubastide che reca inciso questo racconto non c'era più posto per narrare il resto della carriera di Osorkon, avendo egli preferito dedicare uno spazio notevole a un lungo elenco delle donazioni da lui fatte fino all'anno 29 del regno di Sheshonq III . Ma questo non segna la sua fine, perché un'altra iscrizione lo descrive come gran sacerdote in un ennesima visita a Tebe insieme al fratello Bekenptah, dopo la sconfitta dei loro nemici. Allora egli doveva aver già passato i settant'anni. I resti di Takelot II furono ritrovati a Tanis in un sarcofago usurpato al Medio Regno insieme ai suoi canopi e a statuine di ushabti.

SHESHONQ  III

Nomi:   Sheshonq, Usimara-setpenamun Shoshenk-sibast-meramun
Dinastia:  XXII (945-730 a.C.)
Anni di regno:  [825-773 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Non si conosce l'esatto legame di parentela fra Sheshonq III ed il suo predecessore Takelot II. Si sa solo che il figlio di quest'ultimo, Osorkon, gran sacerdote a Tebe restò in carica almeno sino al ventinovesimo anno di regno di Sheshonq III, il che fa presupporre che non vi furono problemi per la successione.

Verso la fine della dinastia incomincia a essere di vero aiuto il materiale trovato nel Serapeum a Menfi: le iscrizioni che citano la data di nascita e di morte di numerosi tori Api, nonché il numero di anni da essi vissuto. Da queste, per esempio, è stato calcolato che Sheshonq III regnò non meno di cinquantadue anni e fu seguito da un re di nome Pamy ("Il Gatto").

XXIII Dinastia

Petubastis

Nomi:  Petubastis, Petubates, Usimara-setpenamun Pedubast-meramun
Dinastia: XXIII (818-730 a.C.)
Anni di regno:  [818-793 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

é considerato il fondatore della XXIII dinastia. Regnò quarant'anni secondo Sesto Africano, o solo venticinque secondo Eusebio; egli è nominato in varie iscrizioni sul molo di Karnak, una delle quali datata nell'anno 23.

XXIV Dinastia

TEFNAKHT

Nomi:  Tefnakht, Shepsesra Tefnakhte
Dinastia:  XXIV (730-715 a.C.)
Anni di regno:  [730-720 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

A Sais, nel delta, attorno al 730 a.C., il re locale, Tefnakht, cominciò a ricostruire intorno a sé l'unità del paese. Sembra che abbia proceduto con la persuasione, più che con la conquista armata: fece riconoscere la sua autorità ai governanti locali e li confermò nei propri poteri come vassalli.

Una volta unificato il nord, Tefnakht penetrò in Medio Egitto, dove si scontrò con Piankhy che era partito dal sud. Di questo scontro esiste una documentazione scritta fatta redarre da Piankhy, che ne risultò il vincitore. Il racconto di Piankhy, datato nel suo ventunesimo anno di regno, inizia narrando come un audace principe del delta, di nome Tefnakht, si fosse impadronito di tutta la regione occidentale fino a Lisht, risalendo il fiume con un forte esercito; al suo avvicinarsi i capi delle città e dei villaggi avevano spalancato le porte ed erano andati a mettersi alle sue calcagna come cani. Egli poi si era diretto verso est, e dopo aver catturato le principali città sulla sponda destra del Nilo aveva posto l'assedio a Eracleopoli, circondandola da ogni lato per impedirne a chiunque l'accesso o l'uscita.

A Hwer, presso Ermopoli, Nemrat, il governatore locale, aveva raso al suolo le mura della vicina Nefrusy, aveva infranto i vincoli di fedeltà verso il suo sovrano, ed era stato ricompensato da Tefnakht con il permesso di prendersi tutto ciò che trovava. Questo era troppo per Piankhy, che a questo punto ordinò ai suoi comandanti di partire alla riconquista dell'Egitto. Una dopo l'altra Piankhy riprese tutte le città in precedenza conquistate da Tefnakht, fino all presa di Eliopoli, la più santa di tutte le città egizie, che sancì la fine delle ostilità. Tefnakht si arrese e fece un completo atto di sottomissione, giurando:

Io non disobbedirò al comando del re, non rifiuterò ciò che ordina Sua Maestà, non farò del male a nessun principe senza che tu lo sappia, e farò ciò che dice il re.

Pare che Tefnakht sia stato lasciato libero di agire a suo piacimento, e una singolare stele nel museo di Atene lo rappresenta come sovrano nel suo ottavo anno di regno, in atto di far donazioni di terre alla dea Neith di Sais. Manetone non ne parla, ma Diodoro e Plutarco lo citano sotto il nome di Tnephachthos come padre di Boccoris e come fautore della vita semplice.

BOCCORIS

Nomi: Boccoris, Wahkara Bekenrinef
Dinastia: XXIV (730-715 a.C.)
Anni di regno:  [720-715 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Boccoris succedette a suo padre Tefnakht. Egli passò per essere stato giudice e legislatore, ma si sa ben poco su di lui, se non che sollevò una rivolta in Palestina contro gli assiri, che l'appoggiò con un distaccamento egiziano, e che fu sconfitto.

Con il nome di Bekenrinef compare sopra una stele del Serapeum che ricorda la sepoltura di un toro Api nel suo sesto anno di regno, probabilmente l'ultimo, stando a Manetone. Non si ha modo di sapere se sia vero, come sostiene Manetone, che Boccoris fu fatto prigioniero da Sabacon (Shabaka, XXV dinastia), durante la sua conquista del Delta, e da questi bruciato vivo.