Karnak

Forse il più esteso complesso monumentale mai costruito, Karnak è il sito più importante dell'Egitto faraonico. Ampliato da dinastie che si susseguirono, il suo sviluppo è continuato per oltre 1500 anni ed è oggi una collezione di santuari, piloni e obelischi, un vero archivio storico in pietra a cielo aperto.

Nel corso degli anni gli scavi hanno rivelato la struttura del vasto complesso. Oltre al colossale tempio di Amon, il sito occupa una superficie di oltre 100 ettari e comprende una incredibile quantità edifici che testimoniano l'importanza della città di Tebe.

Il complesso è stato in gran parte opera dei sovrani di questa epoca, tra cui Hatshepsut, Thutmosi III, Sethi I e Ramesse II, ma il santuario originario del Grande Tempio di Amon fu eretto ancora prima, durante il Medio Regno, intono al 1900 a.C. I faraoni successivi ampliarono il primo nucleo fino al primo pilone, l'attuale ingresso al sito, risalente al 370 a.C. Anche in età post-faraonica, i tolomei, i romani e i primi cristiani hanno lasciato le loro impronta.

Il tempio di Karnak

Il complesso di Karnak comprende tre recinti sacri. Al centro, il recinto più grande, dedicato ad Amon e dominato dal Grande Tempio di Amon, il luogo di culto principale della triade tebana (Amon-Ra, Mut e Khonsu). A sud è situato il recinto di Mut, consorte di Amon, collegato al tempio maggiore da un viale di sfingi a testa di ariete, mentre a nord si estende il recinto di Montu, il dio-falco tebano.

Il Recinto di Amon

Nel cuore dell'immenso complesso di Karnak sorge il tempio di Amon. Il maestoso edificio sconvolge per le sue dimensioni e il suo dedalo di cortili, sale, colossi, e per l'imponente lago sacro. Per molti visitatori, questo recinto coincide con Karnak stesso. Infatti, anche senza tenere conto degli adiacenti complessi dedicati a Mut e a Montu, esso fa sembrare meno imponente qualsiasi altro edificio in Egitto. Ha una pianta articolata che combina due assi: nord-sud e est-ovest. L'asse principale è quello in direzione est-ovest e il modo più semplice di visitare l'area è seguirlo. Se vi sentite in grado di continuare dopo averne raggiunto' l'estremità, potete costeggiare il Lago Sacro. I sacerdoti si purificavano nelle acque di questo lago prima di compiere rituali nel tempio. A nord del lago si trova un grande scarabeo in pietra raffigurando Khepri.

Un tempo, un canale collegava il recinto al Nilo per consentire il transito delle barche sacre. Ramesse II fece costruire un pontile d'approdo vicino al canale ed è questo fiancheggiato da un breve viale di sfingi a testa di arietei, che costituisce il grandioso accesso al primo pilone d'ingresso. L'imponente statua di Ramses II, raffigurato con una figlia ai suoi piedi, sorge di fronte all'entrala alla grande sala ipostila.

Il Recinto di Mut

Molte delle statue dissepolte a Karnak sono esposte davanti al pilone più a sud dell'asse secondario che ne conta quattro e dal quale si diparte il viale di sfingi che conduce al recinto sacro di Mut, in gran parte distrutto. Al suo interno sorgono le rovine del Tempio di Mut, Costruito da Amenofi III, tempio dedicato a Mut, moglie di Amon. Nei cortili del tempio sono allineate gigantesche statue di granito nero della dea leonessa Sekhmet "La Possente". A ovest del lago sacro che circonda il tempio, si trovano le rovine del tempio di Ramses III.

Il Recinto di Montu

Passato il portale della cinta di Amon, si giunge al recinto sacro di Montu, il più piccolo dei tre complessi monumentali. Montu era il dio guerriero a testa di falco, protettore di Tebe, dove il suo culto resterà vivo anche dopo l'avvento della supremazia di Amon. L'area è stata fortemente saccheggiata, ed è spesso chiusa al pubblico.

Come e quando visitare Karnak

Il sito di Karnak è situato a circa 2,5 km a sud del centro della moderna Luxor. E’ raggiungibile anche a piedi, con una passeggiata lungo la Corniche, ma, poiché la visita del sito richiede anche una mezza giornata, è preferibile arrivare in taxi o con un caleche. I visitatori sono ammessi già presto la mattina, dalle 6. Partire presto conviene, per evitare la calura e l’affollamento dei turisti che arriveranno più tardi.