I colossi di Memnon

Lungo la strada che porta a Tebe Ovest, in uno spiazzo polveroso tra i campi di canna da zucchero, i Colossi di Memnone (conosciuti dai locali come el-Colossat, o es-Salamat) sono una coppia di gigantesche statue che testimoniano la dimensione di uno dei più grandi templi egizi.

Ricavate ciascuno da blocchi monolitici, i colossi sono alti 18 metri. Erano già famosi nell'antichità per il particolare suono emesso all'alba dal più settentrionale dei due.

Questo misterioso suono portò i greci a credere che le statue rappresentassero il divino Memnone, il quale ogni mattina salutava la madre Eos, dea dell' aurora.

Il rumore risultava probabilmente dal passaggio dell' aria in una spaccatura nella pietra causata o da un terremoto o dalla sua dilatazione dovuta all'improvviso calore dei primi raggi del sole.

Purtroppo il gigante tace dal 170 d.C, dopo che l'imperatore romano Settimio Severo ha ordinato il suo restauro.

Gli archeologi hanno svelato che le statue ritraggono il faraone del Nuovo Regno Amenhotep III, mentre le figure scolpite ai suoi piedi rappresentano la moglie, Teye, e la madre, Mutemuia. Si alzavano davanti al pilone d'ingresso al tempio funerario del re, come quelli di Ramesse II poste davanti al primo pilone del Tempio di Luxor.

Oggi il  tempio è quasi completamente scomparso, causa i ripetuti saccheggi, un terremoto e l'erosione delle annuali inondazioni del Nilo, che si alzava ogni anno invadevano  probabilmente i cortili e le sale esterne, risparmiando il solo sacrario.