Il Nilometro

Dall'età faraonica fino all'inizio del secolo scorso, il ciclo vitale dell'Egitto dipendeva in larga misura dall'inondazione annuale del Nilo: la prosperità era legata alla piena del fiume, che doveva però raggiungere un livello ben preciso, poiché acque troppo alte potevano avere un effetto contrario.

Ogni anno il livello del Nilo cresceva e l'acqua ricopriva l'intera vallata del fiume, per poi ritirarsi lasciando depositi fertili di suolo alluvionale. A volte però l'acqua non allagava tutta l'area agricola e questo comportava scarsi raccolti e, talvolta, carestia. Per prevedere l'entità dei raccolti di anno in anno, gli antichi egizi costruirono una serie di pozzi chiamati Nilornetri, uno dei quali è ancora visibile, scolpita nelle rocce dell'isola di Roda.

L'isola di El-Roda, che fronteggia il Cairo Vecchio nella parte meridionale della città, fu abitata fin dall'età delle piramidi. Era usata sia come porto sia come cantiere navale. I romani vi edificarono una fortezza, gemella di quella di Babilonia.

L'isola non è più quel giardino paradisiaco descritto nel Le Mille e una notti, ma per fortuna gli edifici residenziali moderni non hanno invaso la punta meridionale dell'isola, che è tuttora una zona gradevole ed ospita il Nilometro.

Il NilomeNei tempi antichi il fiume era molto più largo, oggi soltanto uno stretto canale separa l'isola e la Carniche dall'altra parte, attraversato da una passerella di legno che collega il Nilometro al Cairo copto.

Nell'immagine a sinistra, il Nilometro visto dall'allora abitazione di Suleiman Pasha, nel 1880 circa.

Vista la sua posizione geografica favorevole, questo luogo è sempre stato sede di nilometri. Quello attuale risale all'anno 861, ma ha subito ovviamente varie modifiche e ristrutturazioni: il chiosco a cupola conica che lo copre è il rifacimento moderno di una costruzione turca.

Il Nilometro consiste in un grande pozzo rivestito di pietra, comunicante con il letto del fiume, sul cui fondo si trova una colonna ottagonale che funge da scala graduata. Se soffrite di vertigini ricordate che la stretta scalinata che scende non è fornita da corrimano. L'acqua entrava in questo pozzo da tre gallerie, oggi chiuse, poste ognuna a un' altezza diversa.

Il livello dell'acqua era valutato durante una cerimonia annuale: se risultava di livello sufficiente avevano inizio i festeggiamenti, nel caso contrario invece, iniziava un periodo di intensa preghiera e digiuno, nei tempi antichi associato anche a sacrifici per i dei del fiume.

La decorazione oggi visibile comprende anche quattro nicchie ogivali, affini agli archi gotici dell'architettura medievale europea; esse precedono però lo stile gotico di alcune centinaia di anni ed è stato ipotizzato che costituiscano il primo esempio di archi a sesto acuto al mondo. Anche se non sono particolarmente antichi, gli elaborati arabeschi intagliati e dipinti del soffitto in legno sono davvero straordinari.